L'(ex?) grande giapponese torna alle rese dei conti fra yakuza, nel caleidoscopio seducente di Tokyo; dopo la parentesi dei suoi ultimi tre film (originali, quanto sfortunati commercialmente), autoritratti nel segno dell'artista che si rimette in discussione.
Come si poteva temere, non era il caso. I tempi di SONATINE essendo forse irrepetibili, in OUTRAGE non rimangono che frammenti: non solo di un'arte della messa in scena (non scomodiamo il sublime HANA-BI), ma di una provocazione un tempo giubilatoria: ormai ridotta a scenette orripilanti e sempre meno esilaranti, a un assieme di situazioni, espressioni e soluzioni tutte identiche. Rimangono gli attori e il taglio estetico: ma in quanto ad una coerenza non fosse che coreografica e ludica meglio rivolgersi ormai dalle parti di un Johnnie To.